La
rete si era fagocitata questo post, ma sono riuscita a 'ripescarlo'.
Smettero'
mai di stupirmi delle possibilita' offerte da internet? Smettero' mai
di sentirmi Alice nel Paese delle Meraviglie? Perche' e' cosi' che mi
sono sentita - e ancora mi sento - dopo aver letto il commento di un
anonimo che mi ha ricordato come la comunicazione tra esseri umani
prescinda dall'avere un volto, una voce, un nome. E dall'essersi mai
anche accidentalmente incontrati. Insomma: non ci si conosce eppure
si puo' interagire. E' questo il futuro presente?
Il
mio rapporto con la rete e' piuttosto conflittuale ed e' per questo
che la genesi di Aboriginariamente e' stata lunga e travagliata:
mi lasciava perplessa l'idea di affidare ad un luogo virtuale un
qualcosa di cosi' personale come i miei pensieri. E poco importa che
abbia trascorso gli ultimi sette anni della mia vita scrivendo
articoli per una rivista. La condivisione dei propri pensieri e delle
proprie emozioni e' qualcosa di ben diverso dalla semplice stesura di
un articolo su questo o quell'argomento: e' una finestra su se
stessi; un dialogo con degli interlocutori a volte sconosciuti; un
sipario su una platea completamente buia. I lettori non hanno un
volto (non tutti, fortunatamente!), ma cio' che e' stato messo nero
su bianco e che fino ad un attimo prima apparteneva alla sfera
privata arriva fino ai loro occhi ed entra nelle loro vite.
Ecco cio' che rende conflittuale il mio rapporto con la rete: l'elettrizzante possibilita' di un incontro con persone sconosciute e la possibilita' stessa.
Vorrei ringraziare Anonimo (di nome o di cognome?) per avermi 'costretta' a riprendere le fila di un dialogo che spero lungo e pieno di stupori (e tremori).
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