venerdì 27 aprile 2012

Mercati

Ho sviluppato una malsana passione per i mercati. Soprattutto per quelli vagamente bohemien. Raramente acquisto qualcosa, ma e' piu' forte di me: devo visitarli. Almeno una volta. Due se la prima mi ha delusa.
Ecco spiegato il motivo per cui domenica scorsa sono tornata all'Old Bus Depot Markets, il mercato coperto di Canberra. O meglio: un immenso spazio espositivo pensato e creato quale vetrina per gli artigiani locali e regionali. Che questa volta sono riusciti a conquistarmi. Si', perche' il mix di colori, profumi e suoni questa volta l'ho sentito proprio li', tra la bocca dello stomaco e il cuore.
Sono quasi ossessionata dalla creativita' e domenica ho potuto sfiorarla. Era dappertutto. In ogni linea di ogni oggetto che mi circondava. E poco importa che alcuni fossero terribilmente pacchiani.
Pacchiani, ma unici. Quand'e' stata l'ultima volta che ci siamo immersi in qualcosa di unico?
Forse tutto sta nel sapere andare oltre. E nel guardare al mondo – ai suoi suoni, odori, colori e sapori – da un altro punto di vista. Non quello solito, sicuro, protettivo. Facile, no? Per niente.
Ma domenica scorsa – non so come ne' perche' – ci sono riuscita e sono uscita dall'OBDM con un immenso sorriso ebete stampato sul viso.
Non ho ancora deciso se Canberra mi piace: di certo, pero', mi sta regalando non poche emozioni.
Ps: domani andro' al Love Vintage Clothing Show & Sale: ve l'ho detto che ho sviluppato una malsana passione per i mercati?

venerdì 20 aprile 2012

Et voila'...


Sono trascorsi 79 giorni da quando ho attraversato l'equatore e sono atterrata a Melbourne. 19 ore di volo e nessuna crisi di panico: sono o non sono stata brava?
Chi mi conosce sa quanto non ami particolarmente volare. O meglio: quanta fatica mi costi 'affidare la mia vita' ad un perfetto sconosciuto. Un pilota nella fattispecie. Ma non credo di aver avuto molta scelta. E la paura, quella terribile e paralizzante paura che pensavo si sarebbe impossessata di me... beh, non si e' neanche vista.
Di Melbourne ricordo i clacson, l'aria fresca e il fatto che potevo calpestarne il suolo.
Due ore dopo ero gia' su un altro aereo diretto a Canberra. Un'ora e mezza dopo atterravo nella capitale. Un'ora e trentuno minuti dopo ero pronta a riprendere un qualsiasi mezzo di locomozione per scappare. Forse avevo aspettative troppo elevate, ma chi non le avrebbe avute? Chi avrebbe mai immaginato di atterrare in un aeroporto grande quanto una tasca di un jeans slim? Per non parlare del silenzio. Assordante. O del traffico per arrivare in centro. Inesistente.
Ecco: ho avuto la netta sensazione di essere atterrata al centro del nulla.
Un giudizio impietoso? Forse. Il mio giudizio definitivo? No. Perche' Canberra e' molto di piu' di quel nulla dietro cui sembra volersi nascondere. E' a modo suo vivace e verde e ciclabile e accogliente e... concentrica! Il che puo' creare qualche piccolo problema di orientamento (a me molti, per la verita').
Ma c'e' una cosa di cui Canberra puo' andare fiera: i suoi musei. E cosa puo' chiedere di piu' una patita dell'arte?